THE PASSENGER | PUGLIA
Venerdì 27 giugno | ore 20:00
CORIGLIANO D’OTRANTO | Castello Volante (Terrazza)
Il Sei Festival di Coolclub ospita un appuntamento di Nel frattempo, rassegna ideata, organizzata e promossa dall’associazione Diffondiamo idee di valore, con il sostegno del Consiglio regionale della Puglia – Teca del Mediterraneo, in collaborazione con Coolclub, Uasc e altri partner, che anticipa la dodicesima edizione del festival Conversazioni sul Futuro (16/19 ottobre).
Venerdì 27 giugno (ore 20:00 | ingresso libero) a Corigliano d’Otranto, sulle terrazze di Nuvole, cocktail bar e bistrot del Castello Volante, in collaborazione con il Sei Festival, sarà presentato il nuovo numero di The Passenger, libro-magazine “Per esploratori del mondo“, pubblicato dalla casa editrice Iperborea, interamente dedicato alla Puglia.
Con l’editor Marco Agosta, interverrà Claudia Attimonelli (sociosemiologa, docente Media, cultura visuale e sound studies all’Università Aldo Moro di Bari), tra le autrici del volume con Nicola Lagioia, Daniele Rielli, Stefano Nazzi, Mario Desiati, Leonardo Palmisano, Andrea Piva, Valentina Petrini, Oscar Iarussi, Teresa Maria Rauzino, Gabriella Genisi, Valerio Millefoglie con fotografie di Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni.
Dalle 21:30 (ingresso 17,50 euro | ticket disponibile su Dice.fm) nel Fossato per il SEI Festival di Coolclub appuntamento da non perdere con la musica dei Sangumaru, collettivo pugliese che fonde metal, hip hop, elettronica e ritmi tribali in un mix energico e coinvolgente, e 99 Posse, band che ha segnato la scena indipendente italiana fin dagli anni ’90. Con dischi iconici come Curre curre guagliò, Cerco tiempo e Corto circuito, la formazione napoletana continua a unire denuncia sociale e forza musicale in un live ad alta intensità.
«Era giugno 2000 quando fu pubblicato “Sfumature”, un brano scritto e cantato da Meg, voce dei 99 Posse, che celebrava il Salento anche grazie al videoclip che mostrava i paesaggi dal finestrino del treno che conduce la protagonista da Bologna a San Cataldo, la spiaggia dei leccesi, passando per le stazioncine polverose nell’arsura agostina di Novoli e Veglie e attraversando le campagne di Melendugno, dove un rustico rossastro in rovina – tuttora esistente – si staglia tra le distese di spighe di grano ormai bruciato dal solleone e si lascia visitare al suo interno per goderne l’ombra, fino a raggiungere la costa adriatica salentina, dove una “luce bianchissima stride negli occhi” (La taranta, 1962) e abbattendosi sulle scogliere invita a tuffarsi nelle fresche acque smeraldine», scrive Claudia Attimonelli nelle sue “Notti magiche”. «Il timbro scuro della voce di Meg, insieme a un giro di basso funk ed elettronico prodotto dai 99 Posse all’apice del loro successo, rivelò per la prima volta al pubblico di Mtv un Salento diverso: terra d’incontro tra musiche popolari della tradizione e una nuova scena musicale underground di sonorità reggae, raggamuffin e drum’n’bass, che alla pizzica e alle distese di uliveti e casali solitari alternava affollatissime e fragorose dancehall sulle spiagge in stile giamaicano, luoghi familiari per gli autoctoni e per pochi altri turisti alla ricerca di ambienti autentici ma che, in una manciata d’anni, sarebbero diventati meta iconica per un viaggio nel profondo Sud».
«Trentatré anni separano due sbarchi. Nel 1991, quello che molti intellettuali pugliesi individuano, a posteriori, come l’evento spartiacque che ha acceso i riflettori sulla Puglia: l’attracco al molo Carboni del porto di Bari della Vlora, una carretta del mare stracolma di profughi albanesi», si legge nell’introduzione al numero. «Il secondo nel 2024, quando nel resort di lusso di Borgo Egnazia approdano i capi di stato delle grandi potenze economiche del mondo per la consacrazione definitiva del brand Puglia. Un trionfo planetario che rischia però di contenere le cause stesse di una svolta in senso opposto: sovraesposizione mediatica, overtourism, la vittoria del plastico della Puglia sulla regione in carne e ossa, il passaggio dall’accoglienza dei rifugiati alla hospitality per ultraricchi. I posteri potrebbero cambiare anche il giudizio sulla rivoluzione culturale e la primavera politica che ha vissuto la regione a partire dal 2005: se da un lato l’ondata di rinnovamento che ha ribaltato l’immaginario e la narrazione del territorio ha avuto indiscutibili effetti positivi, dall’altro ha acceso dibattiti sull’autenticità e riflessioni sul paradossale ribaltamento dei valori, come ad esempio nel caso dei trulli e della taranta, che da simboli di una vita contadina misera e arretrata di cui vergognarsi sono diventati motivo d’orgoglio ed elemento identitario. I riflettori hanno reso più evidenti alcune ferite mai curate, come il feroce caporalato subito dai braccianti, il vuoto occupazionale e i veleni lasciati dall’Ilva, l’ascesa della cosiddetta quarta mafia, oltre alla piaga forse più seria di tutte, perché più gravi sono le responsabilità della politica (in concorso di colpe con magistratura e media): la morte di oltre venti milioni di ulivi a causa di un’epidemia che doveva essere gestita invece che negata. E forse è questo il destino dei luoghi di grande luce: quando il sole cala, si formano anche grandi ombre».
Info
3394313397 – conversazionisulfuturo.it